Vogliamo ricordare che l’Istituto Comprensivo di via Sauro è … una scuola, la cui missione è l’educazione e l’istruzione degli studenti.
Da due anni facciamo tutta la nostra parte per fronteggiare l’emergenza pandemica:
- I nostri insegnanti hanno impiegato migliaia di ore di formazione per diventare competenti nella didattica digitale.
- Utilizziamo sistematicamente le piattaforme didattiche (Classroom) e gli strumenti digitali (mail, registro elettronico, Meet, sito, social network) per comunicare.
- Abbiamo in questi due anni addirittura incrementato le nostre proposte formative curricolari o extracurricolari, compatibilmente con le esigenze di sicurezza.
- Definiamo e applichiamo scrupolosamente tutte le procedure di sicurezza (distanziamenti, aerazione, igienizzazione, mascherine …).
- I referenti Covid e lo staff studiano con sollecitudine e attenzione l’abbondante quantità di disposizioni governative, ministeriali, regionali, dell’ATS appena vengono pubblicate, per applicarle con la massima esattezza.
- Ogni volta che uno studente o una classe viene posto in quarantena, immediatamente attiviamo la didattica a distanza, non dimenticando gli studenti con disabilità e con bisogni speciali.
- Collaboriamo con il Comune in ogni occasione, dalla campagna vaccinale all’organizzazione della mensa alla gestione degli accessi alla scuola in sicurezza.
- Abbiamo speso tutti i fondi che siamo riusciti a ottenere per l’acquisto di device digitali. Prestiamo immediatamente tablet per la didattica digitale a ogni studente che ne ha bisogno.
Noi non ci tiriamo indietro.
Cerchiamo di fare del nostro meglio.
Siamo a disposizione per le famiglie tutti i 7 giorni della settimana e a ogni ora della giornata (sabato e domenica inclusi!).
Tuttavia siamo una scuola e non l’autorità sanitaria.
- Ci chiediamo perché gli isolamenti e le quarantene debbano essere disposte dalla scuola e non dall’ATS, ossia dalle articolazioni territoriali del Ministero della Salute. Ci aspetteremmo che – durante una pandemia – le ATS siano rintracciabili anche di sera e nei weekend, come noi lo siamo per le famiglie.
- Ci chiediamo quale sia la nostra competenza nel valutare i documenti sanitari delle persone, decidendo chi e quando può tornare in classe (dopo quanti giorni, dai sintomi o dal tampone, dal primo o dal secondo o dal terzo caso, obbligatoriamente col tampone o anche senza, dopo un certo numero di giorni …).
- Ci piacerebbe vivere in un sistema in cui le regole siano applicate e applicabili: se si decide che una persona positiva può tornare a scuola con un tampone, un certificato di ATS e un certificato del medico di medicina generale, vorremmo che non fosse complicato ottenere un tampone, che il certificato di ATS arrivasse sempre e nei tempi, che tutti i medici di medicina generale o i pediatri accettassero di certificare l’avvenuta guarigione.
- Ci piacerebbe che il sistema delle norme fosse coerente. Ci dicono che la priorità è tenere aperta la scuola e noi amiamo farlo.
Ma se ogni volta che c’è un caso alla Primaria e alla Secondaria chiedono di fare il tampone a tutta la classe, se il 15% per cento dei tamponi effettuati dà un risultato positivo e tra 8 e 16 milioni di italiani sono attualmente positivi, allora vuol dire che da una classe “tamponata” a caso emergono in media 2-3 studenti positivi e che la classe va quasi sicuramente in didattica a distanza, dopo un certo numero di laboriose comunicazioni.
Insomma, occorre decidere: la variante omicron è pericolosa per docenti con tre dosi di vaccino e ragazzi sotto i 14 anni? Allora si chiude. Oppure basta tenere a casa i positivi e si può andare avanti? - Ci piacerebbe che le norme fossero applicate con uniformità e coerenza. Perché, ad esempio, per alcuni medici chi è contatto di caso e ha concluso il ciclo vaccinale, è in sorveglianza attiva e può venire a scuola, mentre per altri deve restare a casa in quarantena?
- Ci piacerebbe che arrivassero le mascherine FFP2 promesse negli ultimi giorni del 2021.
Noi andiamo avanti a fare il nostro dovere, come fossimo una compagnia di Alpini e teniamo la scuola aperta.
Però oggi è ancora domenica: mentre mettiamo in quarantena od organizziamo la didattica digitale in qualche classe, ci sia consentito esprimere dei desideri e … ricordare che noi siamo una scuola.
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