I nostri bambini sono a casa da fine febbraio, i giorni si susseguono tutti monotonamente uguali, anche l’ebbrezza del papà in “smart working” è durata poco perché è “hard working“ tra bambini urlanti, castelli che vagano in mezzo al corridoio e nonna da accudire.
In tutto ciò si inserisce il “tassello scuola”, dico tassello per sottolineare la sottigliezza e la fragilità dell’elemento ma anche la grande abilità e tenacia con cui le insegnanti hanno saputo modulare e approcciarsi a questa inedita situazione.
All’inizio hanno lasciato il tempo ai bambini di impratichirsi tra email, registro elettronico e magari anche libri elettronici. Quando si è instaurato l’automatismo da parte dei bambini hanno alzato un pochino l’asticella per tenerli in allenamento, alternando però con attività inerenti al Coronavirus ma anche creative e divertenti.
Poi si è iniziato con le videoconferenze, anzitutto per riprendere un contatto tra compagni e maestre. Alla prima reunion qualcuno ha avuto il magone.
Quando anche in questo ambito si è presa dimestichezza, sono iniziate le videolezioni, 1 ora al giorno in cui i bambini fanno 2 materie e hanno perfino qualche minuto, alla fine, per chiacchierare tra loro.
1 ora al giorno che regala alla nostra bambina la serenità della scuola.
Jana Longo
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