Il sostegno “nella didattica a distanza”

10 marzo 2020

Anche i ragazzi in difficoltà stanno partecipando alle video lezioni con il supporto del loro insegnante di sostegno. Le modalità sono simili a quando si era in compresenza in classe: all’occorrenza ci si sposta con il gruppetto in un’altra “stanza” di Classroom (cioè ci si collega con loro tramite un altro link) e si continua la lezione.

In questo modo è possibile seguire gli alunni che hanno bisogno di essere guidati e accompagnati più da vicino, con supporti e semplificazioni dei contenuti. 

Insieme si svolgono ulteriori esercizi, si scrivono riassunti, si costruiscono schemi e mappe per facilitare lo studio. Si correggono più lentamente e con un confronto più ravvicinato anche i compiti che sono stati assegnati dagli insegnanti di materia. 

Quasi tutti gli studenti hanno ormai capito l’uso di Classroom e, seppur con modalità diverse, stanno partecipando. Stanno ricercando e attivando le strategie più adatte, adeguando le precedenti rivelatesi funzionali “in presenza” al nuovo contesto “a distanza” e ai nuovi strumenti informatici e multimediali – ora indispensabili intermediari – ai quali ci si deve abituare. E’ un lavoro che richiede continua sperimentazione e illuminata creatività, ma ne vale la pena!  Gli insegnanti, infatti, sanno bene (e ricevono conferma ora addirittura più che in passato) come la voce di un adulto-guida possa essere rincuorante e incoraggiante, come possa offrire un valido sollievo, come possa divenire fonte di serenità e occasione per ridurre – o almeno governare – quell’ansia che in questo periodo attanaglia i cuori dei grandi, dei ragazzi e perfino dei piccini.

Ora nel lavoro docente-alunno cambiano il modo, o meglio il luogo, in cui ci si rapporta agli alunni (non più l’uno accanto all’altro fisicamente, ma vicini nelle intenzioni e negli obiettivi, oltre che naturalmente nell’affetto) e le dinamiche del gruppo classe.  Non si è invece modificata la capacità di ascoltare e la volontà di accogliere i loro personali e contingenti bisogni.

Anzi forse la didattica a distanza può fungere da stimolo per il miglioramento delle abilità di ascolto e della competenza di comprensione perché le “regole” da rispettare nella turnazione a parlare e negli interventi, nonché nello sforzo di decodifica dei messaggi e delle consegne, sono sicuramente maggiori e istintivamente individuabili e applicabili. 

L’integrazione, l’inclusione e la collaborazione come obiettivo educativo e come metodologia operativa possono quindi essere garantite anche nella didattica a distanza. L’insegnante di sostegno resta un “faro” presente nel porto che, accanto e insieme agli altri docenti di classe, aiuta a illuminare il percorso, stimola, sollecita e incoraggia a proseguire il cammino, convincendo anche i più restii o timorosi. 

Lorella Salvador