Il nostro ricordo di Giuseppe

Caro amico,

Di te ci rimane lo sguardo dolce e fiducioso, i modi cordiali e delicati, il passo felpato e l’anima gentile e mite, il sorriso sempre appena accennato, l’attenzione alle persone.

Tu sei stato un vero insegnante di sostegno, una spalla per tutti i colleghi e un aiuto concreto per i ragazzi per i quali diventavi subito punto di riferimento.

Fondamentale nei consigli di classe, sapevi far emergere il buono e il positivo degli studenti.

Raccontavi di come avevi trovato la tua strada, l’insegnamento, tardi, dopo aver intrapreso altri percorsi, e di come ti eri innamorato di questo lavoro.

Grazie anche al tuo contributo si è  creato un legame e un’intesa con gli alunni e tra noi, che sono  rimasti saldi anche negli anni difficili del Covid. 

Poi è  arrivata la malattia.  

Caro Giuseppe, tutti hanno potuto vedere  la serenità con cui  l’hai affrontata: desideravi e riuscivi a  vedere il buono che c’era intorno a te.

Durante questo periodo, a chi ti incontrava parlavi delle cose a cui tenevi, soprattutto delle relazioni con le persone e… di amore.

Dalle tue parole si percepiva una cosa grande e che colpiva: la forza di aver  lasciato andare tutto ciò che in realtà è superfluo e di valorizzare il nocciolo, ciò che realmente conta: l’amore per la vita.



Il 4 settembre, quando sei venuto a trovarci, ci hai detto, con una semplicità disarmante, che ti eri avvicinato a Dio.

Grazie a te e a Stefania, anche noi abbiamo riscoperto la grandezza di Dio che ci ama e ci preferisce attraverso amicizie concretissime.
Di te ricordiamo la speranza profonda, manifestata quel giorno, in grado di dare forza propositiva al corpo, la mano stretta a Stefania mentre uscivi positivo dalla scuola.

 
Caro Giuseppe, ora che sei in Paradiso, aiutaci a vedere e a sorprendere il buono e il bello che c’è. 

Un abbraccio grande (così  terminavano tutti i tuoi messaggi) e arrivederci. 

Aspettaci lì  dove tutto è bello e buono. 

 

Grazie!