Finora sono stati accolti nel nostro Istituto sette bambini ucraini, in collaborazione con il comune e con tutte le istituzioni di assistenza e volontariato di Verano.
Per loro è stata approntata un’accoglienza che li facesse sentire, per quanto possibile, a casa, in una nuova normalità scolastica purtroppo compromessa nella loro terra d’origine. I team docenti hanno collaborato perché ai nuovi alunni fosse chiaro che venivano amichevolmente introdotti nelle singole sezioni, ma in un certo senso in tutte le classi dell'”annata scolastica” cui appartenevano, con balli e lavori artistici perché fosse utilizzato il linguaggio universale dell’emozione positiva, in attesa di poter comunicare con le parole.
Questo lavoro ha richiesto una rapida ma profonda preparazione: la consultazione delle normative, pubblicate velocemente in una nuova e tragica situazione di emergenza, la progettazione didattica comune, la ricerca di materiali, i colloqui con i genitori e le famiglie veranesi ospitanti sono state tutte tappe necessarie per le quali si è attivato tutto il personale dei plessi scolastici.
Il primo problema di come comunicare con i nuovi alunni, benché si sia scoperto come fosse in fondo molto semplice per loro esprimersi con i loro coetanei con linguaggi “altri” e con la semplice voglia di accoglienza e di allegria, è stato affrontato anche con l’ausilio delle tecnologie: oggi fortunatamente ogni cellulare è dotato del traduttore istantaneo ed esistono molti siti internet e app, fruibili da pc e dai nostri tablet, nei quali trovare facilmente materiale didattico bilingue. Presto è arrivato un ulteriore preziosissimo aiuto, la collaborazione di un’assistente linguistica che ha consentito di impostare un lavoro di sostegno all’apprendimento dell’italiano.
Da non dimenticare poi la solidarietà materiale del contesto territoriale: la scuola è rimasta sempre strettamente connessa con la città, con la generosità delle singole famiglie, che si sono organizzate per fornire ai bambini il materiale di cui avevano bisogno, con le associazioni, per raccogliere risorse da inviare alla madrepatria dei nuovi alunni, con la parrocchia, le cui iniziative per i profughi sono state pubblicizzate all’interno e all’esterno della scuola.
Tutto questo sarà sicuramente una grande opportunità per questi bambini più sfortunati, che potranno continuare a godere del diritto all’istruzione, ma anche per i nostri bambini, dei quali sarà importantissimo cogliere emozioni e ragionamenti sulla situazione, senza censurare alcun pensiero, perché il tutto sia vissuto come quello che è, una grande fonte di scambio e di arricchimento culturale e morale.
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