Da dove arrivano gli insegnanti?

Nel mese di settembre i genitori si pongono spesso delle domande preoccupate nei confronti della scuola.

 

Perché non conosco ancora chi sono gli insegnanti di mio figlio?

Perché nelle prime settimane di scuola vi sono orari ridotti e tante supplenze?

Perché quel docente dell’anno scorso, che era così bravo, quest’anno non c’è più?

Mio figlio avrebbe diritto al sostegno. Ma l’insegnante non c’è ancora, come mai?

Mio figlio avrebbe diritto all’educatore. Ma l’insegnante non c’è ancora, come mai?

 

Queste domande sono legittime dal punto di vista di chi le pone e comprensibili ma frustranti per chi le riceve.

Cerco di rispondere, spiegando come si arriva a comporre il corpo docenti di una scuola. Mi scuso se sarò assieme impreciso e noioso, dato che si tratta di questioni piuttosto tecniche.

 

Trasferimenti

Attorno al mese di aprile, i docenti possono chiedere di trasferirsi in un’altra scuola. Gli esiti dei trasferimenti si conoscono in genere verso l’inizio di giugno.  Nel caso che più insegnanti desiderino lo stesso posto, decide una graduatoria di punteggio, basata su fattori come l’anzianità di servizio.

La scuola o il dirigente scolastico non possono influenzare né la richiesta né l’esito dei trasferimenti.

 

Pensionamenti

I pensionamenti decorrono dal 1 settembre e si richiedono verso la metà dell’anno scolastico precedente.

Si tratta di un diritto del lavoratore regolato da norme di legge.

 

Concorsi e sanatorie varie

I concorsi vengono organizzati dal Ministero dell’Istruzione, con periodicità e regole sempre mutevoli. Al termine del concorso viene preparata una graduatoria dei vincitori, che scelgono secondo quest’ordine le sedi scolastiche rimaste libere.

La scuola o il dirigente scolastico non gestiscono i concorsi e non possono influenzare la tempistica di stesura delle graduatorie né la scelta dei vincitori.

 

Assegnazioni provvisorie e utilizzi

Un docente che ha una certa sede di titolarità può chiedere di essere assegnato provvisoriamente a un’altra scuola, per diverse ragioni, ad esempio, per avvicinarsi al luogo in cui risiedono i figli e il coniuge.

La domanda viene presentata all’Ufficio Scolastico Territoriale che redige una graduatoria e assegna – se disponibili – le sedi provvisorie.

La scuola o il dirigente scolastico non decidono chi ottiene l’assegnazione provvisoria.

 

Graduatorie provinciali

I posti rimasti liberi vengono assegnati per l’anno scolastico attingendo alle graduatorie provinciali. Si tratta di un sistema che viene continuamente “riordinato” e che spesso dà luogo a errori. Le nomine dalle graduatorie provinciali avvengono attorno al mese di settembre. Spesso verso la fine del mese, anche se quest’anno il processo si è in buona parte compiuto entro l’inizio della scuola.

La scuola o il dirigente scolastico non possono influenzare la tempistica di stesura delle graduatorie né decidono quando gli insegnanti vengono nominati dalle graduatorie e quali insegnanti vengono nominati.

 

Graduatorie d’istituto

I posti rimasti ancora liberi vengono assegnati a partire dalle graduatorie di istituto, che vengono costituite automaticamente sulla base di un punteggio. Sostanzialmente, l’anzianità di servizio determina il punteggio: non è prevista, né qui né in nessun altro momento (eccetto forse i concorsi), una valutazione basata sul merito.

La Segreteria del Personale può chiedere a chi è presente in graduatoria se intende prendere servizio nella scuola solo dopo aver ricevuto il permesso da parte dell’Ufficio Scolastico. Il “via libera” arriva dopo il compimento della fase precedente: generalmente nella seconda parte di settembre o a ottobre.

Si ricorre alle graduatorie d’istituto anche in caso di supplenze “brevi” per malattie, legge 104, gravidanza, ecc.

La scuola o il dirigente scolastico non decidono quando gli insegnanti possono essere nominati dalle graduatorie d’istituto e quali insegnanti vengono nominati.

 

Messe a disposizione

Se rimangono ancora dei posti liberi (accade solo per un numero limitato di casi, soprattutto alla primaria), la scuola può scegliere tra gli aspiranti insegnanti che si mettono a disposizione della scuola, inviando una domanda alla segreteria.

In questo caso, la selezione avviene come nel resto del mondo lavorativo e come a mio parere dovrebbe accadere anche nella scuola. Vengono letti i curriculum vitae, si organizza un colloquio del dirigente scolastico con i candidati e si nominano gli insegnanti che paiono più titolati a svolgere l’incarico.

 

Educatori e docenti di sostegno

Il sistema sopra descritto vale anche per i docenti di sostegno.

Aggiungo che la scuola segnala il numero e le diagnosi dei bambini che hanno bisogno di sostegno, poi è l’Ufficio scolastico che decide quanti insegnanti di sostegno assegnare all’Istituto. Le ore di sostegno vengono poi ripartite tra i bambini a seconda della gravità.

Gli educatori invece sono assegnati dai comuni, che stanziano loro fondi e che devono provvedere autonomamente a stipulare un contratto. Per richiedere l’assegnazione di un educatore, i genitori devono recarsi presso l’ufficio scolastico del comune di residenza.

La scuola o il dirigente scolastico non possono decidere l’assegnazione di un educatore o i tempi in cui prenderà servizio.

 

Naturalmente, ci si può chiedere:

  • se questo sistema è funzionale nel garantire la presenza di tutti gli insegnanti all’inizio dell’anno scolastico;
  • se è il sistema migliore per garantire la continuità didattica degli insegnanti che hanno stabilito un rapporto positivo con le loro classi o con i bambini con bisogni speciali da loro seguiti;
  • se è utile perché ogni scuola possa avere gli insegnanti più adatti alla propria offerta formativa, che la differenzia dagli altri istituti;
  • se gli insegnanti che più si sono distinti per l’efficacia della loro didattica e per la collaborazione che hanno manifestato verso la scuola dovrebbero in qualche modo essere premiati per la qualità del loro lavoro.

 

Ma così è!

 

Giuseppe Scaglione