Il contenuto della circolare numero è riservato.
La cerimonia è cominciata, domenica 10 novembre, con l’alzabandiera davanti al Municipio, alla presenza delle Autorità sull’attenti, delle Associazioni locali, della banda (che ha suonato l’inno d’Italia), del CCRR e di alcuni cittadini veranesi. Poi si è formato il corteo – con alla testa i consiglieri del CCRR – che si è recato in chiesa per la celebrazione religiosa. In seguito il corteo ha raggiunto il cimitero per la deposizione delle corone vicino al monumento ai caduti del paese.
In questa occasione la nuova sindaca del CCRR Olimpia Longoni e il vicesindaco Fabrizio Minotti hanno tenuto i loro discorsi improntati sui temi della pace e della solidarietà reciproca come antidoto alle guerre, che purtroppo devastano ancora in gran numero il nostro tempo.
Il loro sguardo limpido e sincero dovrebbe far riflettere. Ecco qui di seguito riprodotto il discorso di Olimpia:
“Buongiorno a tutti, io sono Olimpia Longoni, Sindaca del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze.
Oggi, 10 novembre, celebriamo la festa delle Forze armate e dell’Unità Nazionale e ricordiamo il sacrificio di tanti italiani che hanno combattuto per unire l’Italia. Il 4 Novembre 1918, dopo anni di guerra, l’Italia finalmente diventò una nazione unita.
Sembra strano, vero? Stiamo parlando di qualcosa che è successo più di un secolo fa, eppure la guerra è ancora una presenza costante nelle nostre vite. Attualmente nel mondo sono attivi ben 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Ad esempio la guerra in Ucraina, nonostante non se ne parli più molto, continua dal febbraio 2022. Ogni giorno, persone perdono le loro case e i loro cari.
So bene di essere solo la Sindaca del CCRR di un piccolo paesino brianzolo, ma credo che ognuno di noi, anche nelle piccole cose, possa fare la differenza.
Ogni azione, per quanto piccola, è un passo verso un futuro migliore. Per esempio essere gentili con i nostri compagni di classe, ascoltare le opinioni diverse, difendere chi viene bullizzato.
Ma possiamo fare anche di più. Possiamo informarci su ciò che accade nel mondo, partecipare a iniziative per la pace, parlare con i nostri genitori e i nostri insegnanti di questi temi: sono tutti gesti che possono sembrare insignificanti, ma immaginate un mondo dove tutti si sentono accettati e valorizzati, dove le differenze sono una ricchezza e non un motivo di divisione.
Possiamo iniziare a creare questo mondo proprio qui, oggi. Come? Semplicemente trattando gli altri come vorremmo essere trattati noi. E questo è il primo passo verso un mondo più giusto e pacifico.
Vorrei concludere con una frase di Martin Luther King.
“La pace non è qualcosa che si ottiene, è qualcosa che si costruisce ogni giorno.”
Anche il Vicesindaco Fabrizio si è agganciato a quanto detto da Olimpia proseguendo la riflessione. Ecco qui le sue parole:
“Noi dobbiamo credere nei valori che hanno portato all’Unità d’Italia. Cosa possiamo fare noi che non viviamo direttamente scenari di guerra?
Possiamo esercitare la pace ogni giorno, vivendo concretamente la gentilezza, il rispetto, l’accoglienza, accettando la diversità e cercando di conoscerla, senza escluderla e senza averne paura.
Combattiamo così nel nostro piccolo quei valori che accendono l’odio: rabbia e indifferenza. Nella nostra vita quotidiana, a scuola, nello sport, in famiglia, cerchiamo di accettare le differenze, le opinioni e le posizioni altrui.
E proviamo a non commettere lo stesso errore che ha portato e porta alla guerra: proviamo nella nostra vita ad essere un esempio, cercando di vincere la rabbia e l’indifferenza e cercando sempre di aiutare chi ne ha bisogno, sia le persone a noi vicine e che conosciamo sia le persone non conosciute che magari si trovano in difficoltà.
Per esempio aiutiamo il nostro compagno in difficoltà con i compiti e non prendiamolo in giro; diamo una mano concreta regalando ai più poveri le cose che noi non usiamo. Ricordiamoci sempre che la vera forza non è nel voler far la guerra o le risse o insultare con parole che feriscono, ma deriva dalla capacità di accettare le persone come sono, con i loro pregi e difetti.”
Che dire? Piccoli grandi cittadini crescono!
Le responsabili del CCRR
Prof.sse C. Di Palermo e R. Galbiati
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