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La composizione dell’aria e le sue caratteristiche non sono solo argomento di studio sui libri degli studenti.
In 6 aule della scuola di Verano in questi giorni farà la sua comparsa un piccolo apparecchio utile per la salute dei piccoli ma anche per l’apprendimento scientifico, per la sostenibilità e come tool di educazione digitale.
Fybra è anzitutto un sensore smart dotato di algoritmi intelligenti e progettato per migliorare la qualità dell’aria, risparmiare energia e ridurre la diffusione di malattie nelle aule scolastiche (come abbiamo imparato grazie al Covid).
Il piccolo apparecchio monitora autonomamente temperatura, concentrazione di CO2 e umidità dell’ambiente scolastico e suggerisce i tempi di aerazione ottimali, segnalandoli col linguaggio immediato dei colori. Quando è il momento di richiudere la finestra il segnale, la luce rossa, mentre l’azzurro indica una buona purezza dell’aria.
I 6 strumenti a disposizione sono stati acquistati con i fondi del PNRR Next Generation Classroom per volontà del Dirigente Scolastico. Tre verranno posizionati presso la Scuola Secondaria, tre presso la Scuola Primaria.
In Primaria gli apparecchi verranno collegati agli obiettivi di educazione civica e di attenzione alla sostenibilità. I dati raccolti verranno analizzati sia in ogni singola classe che confrontati con quelli delle altre classi.
In Secondaria i tre sensori di Fybra saranno collocati tre classi seconde, con la disponibilità al monitoraggio sia degli insegnanti di Scienze (che in quel livello di classe affrontano lo studio di apparato respiratorio, polmoni, inquinamento dell’aria), sia di quelli di Tecnologia (che in tali classi trattano come argomenti la casa, gli impianti, la sicurezza).
I dati di Fybra sono consultabili anche online tramite un’apposita App: ci piacerebbe consentire anche ai genitori delle classi interessate dil controllo dei parametri ambientali del luogo in cui i loro figli trascorrono tante ore.
Fybra è utile anche per il risparmio energetico, in quanto evita che ci sia una aerazione eccessiva e una forte dispersione del calore. Il risparmio è stato calcolato fino al 20% durante la stagione invernale. Se il Comune adottasse questo sistema – come è stato proposto dalla Scuola – potrebbe controllare a distanza la temperatura erogata dagli impianti di riscaldamento.
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