Intervista a Mattia Caglio, sindaco del CCRR

Intervista a Mattia Caglio, Sindaco del CCRR e degli alunni della secondaria, per sapere un suo parere su queste giornate di didattica a distanza.

. Com’è fare lo studente a distanza?
Chi l’avrebbe mai detto che la nostra scuola, in un piccolo paese della Brianza, si attivasse così rapidamente per la scuola a distanza? Abbiamo risposto tutti, con impegno e coscienza, ad un’emergenza che nessuno di noi poteva immaginare. Fare scuola a distanza è un grande mezzo per poter andare avanti e non fermarsi, in un momento così difficile che costringe tutti noi a stare chiusi in casa. Io personalmente l’ho trovato subito un mezzo utile per continuare la didattica. Noi giovani non ci spaventiamo davanti alle novità e ai grossi cambiamenti, soprattutto se i mezzi da utilizzare sono computer, pc e piattaforme. 

. Cosa stai scoprendo e che problemi incontri?
Sto scoprendo un mezzo che per esempio mio papà, per questioni lavorative, utilizza ormai da anni, collegandosi in videoconferenza giornalmente con una branch office presente a Shanghai. Un mezzo che permette di lavorare e di incontrarsi “da vicino”, abbattendo il fattore distanza. All’inizio è stato più che altro apprendere un nuovo sistema, abituati noi ragazzi al registro elettronico.

. Stai lavorando di più o di meno con la DaD?
L’impressione è che il lavoro sia aumentato, anche se le ore di lezioni giornaliere sono diminuite. Probabilmente è perché a casa il tempo è scandito in modo differente. 

. Come se la stanno cavando i professori con le tecnologie? Che voto daresti loro?
Darei un voto più che buono, perché si sono impegnati sin da subito per lavorare attraverso la DAD, ottenendo ottimi risultati. 

. Ti piacerebbe portare dietro qualche strumento o qualche abitudine di questi giorni anche quando si tornerà alla normalità?
Come tutte le cose non si torna mai indietro e sicuramente la DAD o lo smart working avranno un seguito anche dopo la fine di questa emergenza. Nel caso particolare del nostro Istituto probabilmente questo mezzo non verrà più utilizzato, fatto eccezione magari di qualche studente costretto a casa per motivi di salute che può così rimanere al passo con il programma svolto a scuola.

Cosa fai nel tempo libero trascorso in casa? Ti tieni in contatto con i compagni? Cosa ti dicono?
A casa condivido momenti di gioco con mia sorella, guardo film alla tv e mi incontro su piattaforme di gioco con i compagni. Con loro si gioca e si scherza, ma al di là di qualche battuta difficilmente si affrontano discussioni in merito al Coronavirus. Ho la fortuna di vivere in una casa singola con un ampio giardino e così, quando mi sento “rinchiuso” in casa, scendo, vado in bicicletta o mi occupo del mio piccolo orto che ho creato qualche settimana fa. Non posso più condividere i momenti liberi con i miei nonni perché sono anziani e per preservarli, abbiamo deciso di stare lontani. Per tenerci in contatto abbiamo aumentato i momenti di scambio attraverso telefonate o videochiamate, che attraverso whatsapp si possono fare tranquillamente. 

. Sei riuscito a districarti da solo nell’uso della strumentazione informatica e delle nuove procedure digitali per assistere alle videoconferenze/svolgere compiti/riconsegnare i lavori ai prof., oppure hai dovuto ricorrere all’aiuto dei genitori o di altri?
La cosa più semplice è stata la connessione sulla piattaforma meet.google e assistere alle videoconferenze. Sia io che mia sorella, che è più piccola, abbiamo invece avuto bisogno di un supporto iniziale da parte dei nostri genitori per l’invio dei compiti o semplicemente per allegare una foto. 

. Cosa pensano i tuoi genitori di questo nuovo modo di fare lezione a distanza?
I miei genitori sono rimasti stupiti ed entusiasti per l’immediata reazione dell’istituto scolastico nel mettere in atto un sistema che permette a noi studenti di rimanere in contatto con gli insegnanti e di proseguire il programma scolastico, anche se questo ha richiesto a tutti di modificare le proprie abitudini con un grande sforzo iniziale. 

. Come sono cambiati i rapporti in famiglia a seguito della “reclusione forzata”? Condividete più momenti piacevoli e trovate nuove occasioni per sentirvi uniti?
Questo per la mia famiglia è un momento difficile per svariati motivi. Attualmente i miei genitori sono costretti a lavorare, è cambiata la gestione dei tempi e dei luoghi di noi figli e devono organizzarsi con i nonni che necessitano di una mano. Siamo comunque uniti, maggiormente in questo momento in cui siamo costretti a rimanere a casa. Ci ritroviamo a vedere un film in più, rispetto alla normalità, tutti insieme e felici di stare bene. Questa è la cosa più importante. Se devo prendere un lato positivo di questa brutta esperienza, è quello di aver imparato ad utilizzare nuovi mezzi ed essere consapevole dell’importanza di vivere serenamente, senza paure avendo contatti quotidiani con le persone. 

Mattia Caglio