Il Governo ci chiede insistentemente di sperimentare la didattica a distanza, e noi lo prendiamo sul serio.
Lunedì 2 marzo: è il giorno delle videoconferenze. Ore 9.30, si incontrano gli insegnanti delle prime tre classi della Primaria. Ore 10.30, è il turno delle quarte e delle quinte. Ore 11.30, tocca alla Secondaria. Ci sono quasi tutti, da casa o dalle aule della scuola. E’ in corso un’emergenza: non sappiamo come e quando finirà. Occorre tirare fuori risorse extra di tenacia, coraggio, affetto, motivazione, progettualità. Non è il tempo di chi ha paura di sperimentare: le famiglie chiedono vicinanza, non perfezione tecnica.
Proponiamo un modello formativo comune: un momento asincrono, da realizzare tramite registro elettronico e/o Classroom in cui i docenti danno compiti, schemi, mappe, presentazioni, spiegazioni, suggeriscono risorse online, propongono letture. E un momento sincrono, nel quale ci si incontra tramite videochiamate. Ognuno aderisce come può e come sa.
Le maestre di quinta primaria si scatenano. Claudia Nobili, Anna Fumagalli e Rosanna Citterio incontrano in videochat la VC.
Laura Bertuccio, Francesca Palopoli, Domenica Suraci e Alessandro Barucchelli rivedono i sorrisi della VD: si scatenano emozioni dietro lo schermo.
Giada Bordogna, Elisabetta Sala e il maestro di religione Alessandro Barucchelli bissano con la VB. Si condivide il racconto del tempo, si riflette sul virus e su quello che provoca tra le persone. Una volta deposte le cuffie e il microfono, tutti comunicano l’entusiasmo di reincontrarsi. L’aver poi comunicato ai ragazzi gli indirizzi mail delle loro insegnanti ha aperto la strada ad una fitta e calorosa corrispondenza fatta di racconti, foto, scambi di ricette… e domande relative ai compiti assegnati alle quali le maestre hanno promesso di rispondere tempestivamente. La tecnologia divide le persone? Siete proprio sicuri?
E’ martedì: 18 insegnanti della Secondaria si ritrovano in Laboratorio di Informatica: non per imparare teoricamente a usare Classroom, ma per creare 12 classi virtuali per ciascuna delle classi delle nostre Medie. Tre o quattro insegnanti ci seguono in videoconferenza.
Detto fatto! (vabbè, ci sono volute 3 ore) La Grillo esulta a ogni procedura appresa, la Galbiati brontola ol computer ma resiste, Albanese vola angelicamente ad assistere i bisognosi, la Di Palermo fa domande insidiose per il Preside che conduce l’incontro. Il clima è lieto, l’obiettivo è chiaro. Tutti gli studenti vengono invitati in Classroom e nel pomeriggio cominciano a partecipare facendo sentire (per iscritto) la loro voce con saluti, richieste, perfino ringraziamenti (quale insegnante si aspetterebbe mai di ricevere un “Grazie prof.!” per un compito assegnato?) e quindi a lavorare (qualcuno fa perfino arrivare il proprio compito svolto entro sera: it’s incredible!). L’impresa è possibile perché l’operoso Mascheroni durante il weekend ha dato un account “@scuoleverano.edu.it” agli studenti del comprensivo, dalla quinta primaria alla terza secondaria.
La maestra Elisabetta goes viral. La presentazione Spark Maestra, spiegami la paura … ai tempi del Coronavirus si diffonde contagiosamente per i social network. Risposte semplici ma precise per domande importanti. “Se in questi giorni hai paura non ti vergognare, chiedi aiuto”.
Frattanto le maestre della Scuola dell’Infanzia hanno mandato un messaggio ai loro bambini, che arriva a destinazione tramite le chat delle mamme.
Mercoledì mattina: alla Primaria 22 tablet, 7 maestre, un dirigente e un informatico. Gianni Adelfio, genitore di due nostri alunni e superinformatico ci aiuta a configurare e a vestire di molte app i tablet arrivati con i buoni dell’Esselunga, che verranno condivisi tra gli studenti delle classi quinte. Le maestre collaborano a preparare gli strumenti del loro lavoro coi bambini. Gianni ritorna giovedì e poi ancora venerdì per aiutarci. Gli spetterà di diritto un posto nella pagina dei Grazie! Sentiamo che le famiglie sostengono il nostro sforzo di migliorare la scuola.
Paola Maggioni della Primaria chiede al dirigente se può dare informazioni sulla piattaforma digitale Classroom. Proposta accettata: sempre mercoledì mattina un nutrito gruppo di maestre interessate alla didattica a distanza si ritrova in Aula magna, sparse con notebook, tablet e telefoni a distanza droplet.
La Secondaria sembra invece un centro di controllo: in alcune aule coppie o terzetti o quartetti di insegnanti sono collegati con le loro classi e contemporaneamente anche con i colleghi di classe che partecipano da casa per le videoconferenze in cui finalmente rivedono, salutano, parlano e danno indicazioni ai loro ragazzi.
Che emozione! Nonostante il brutto rimbombo delle aule vuote che fa tristezza (mancano gli allegri alunni, la sostanza che normalmente arricchisce quelle classi), i sorrisi e le espressioni sorprese o un filo imbarazzate dei ragazzi riempiono il cuore e l’atmosfera. Di nuovo si assiste alla valanga di
. saluti (il “Buongiorno prof.” è un format standard rispettoso che oggi ha perso un po’ della sua freddezza perché in realtà sta comunicando: “Finalmente ci si rivede, che bello!”);
. domande (“ragazzi, parlate uno per uno, alzate la manina con il clic sul pc, disattivate un momento il microfono, usate anche la chat a fianco per scrivere..” sono gli iniziali inviti a mantenere un ordine negli interventi perché ognuno vuole dire la sua;
. confessioni (“Che noia stare a casa: non so più cosa fare per passare il tempo” arriva ad affermare qualcuno …)
. ringraziamenti (per un insegnante vedersi rivolgere per iscritto su Classroom un commento positivo da un suo alunno è piacevole, ma sentirselo dire di persona riempie davvero d’orgoglio).
Lezioni di grammatica e storia della prof. Federica Schiatti.
Come non pensare anche ai genitori (o a qualche zio) che, zitti zitti, hanno supportato figli e figlie con gli strumenti tecnologici, ma se ne sono stati silenziosamente in disparte, rispettosi del fatto che oggi la protagonista era la relazione alunni-insegnanti? Grazie di cuore a tutti coloro che hanno offerto il loro aiuto. Che sappiano però che non è stato un una tantum, perché nei prossimi giorni le videoconferenze e l’uso del digitale saranno destinate ad intensificarsi a causa del probabile protrarsi della sospensione delle attività didattiche. Perciò forza e coraggio!
Arriviamo al pomeriggio del mercoledì … Se potessimo contare tutte le mail e le notifiche che ogni insegnante della secondaria ha ricevuto nelle sole ore pomeridiane odierne, si arriverebbe senza dubbio a 100 per chi ha meno classi, perché di nuovo il desiderio o il bisogno di un confronto con il prof. è forte.
In questi giorni accadono cose davvero bizzarre nel “mondo della Secondaria”. Di solito quando sono a scuola alcuni ragazzi si annoiano e non vedono l’ora che le lezioni finiscano per fuggire a casa e invece adesso … la situazione è capovolta: a casa i ragazzi si annoiano, ma sembrano rianimarsi nell’attesa di una videoconferenza o paiono riprendere vigore quando hanno qualche consegna scolastica da assolvere.
Che si stia diffondendo anche qualche altro subdolo e tacito virus insieme al famigerato Coronavirus, senza che ancora nessuno lo abbia rilevato, pur avendo già provocato in molti sintomi sorprendenti?
Ecco, no, la Secondaria sembra una “no Pay Tv”. C’è un palinsesto che prevede per ogni classe certe ore di trasmissione. Il campionato è sospeso, ma noi andiamo avanti.
L’arrivo di due carabinieri in uniforme nell’ufficio del dirigente fa sempre un po’ impressione. La cosa è andata così. Un’insegnante della primaria, su consiglio dei sindacati, chiama i militari sostenendo che il dirigente sta convocando riunioni in periodo di emergenza e costringe gli insegnanti ad andare a scuola. Viene scomodato anche l’ottimo sindaco. Tutto si chiarisce serenamente: il preside mangerà le arance a casa sua. Ora, dico io, se tu sei un docente che non ha nulla da imparare, stai tranquillamente sul tuo divano, senza disturbare le Forze dell’ordine. ghe nient da fa!
Mercoledì notte esce il nuovo Decreto che proroga la sospensione delle attività e che chiede a tutti di attivare la didattica a distanza. Ormai siamo pronti ma … per quanto andremo avanti?
Molti si muovono per capire come possono raggiungere i loro studenti con i mezzi telematici, in mancanza della preziosa vicinanza fisica. Nessuno escluso! Si riuniscono a distanza gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia, in presenza gli insegnanti di Sostegno della Primaria. La Segreteria chiama uno per uno quei pochi ragazzi che non sono ancora attivi in Classroom.
Incontro un’insegnante che insegna in due scuole e che va dai suoi colleghi della Secondaria Mandela per farsi spiegare come ci si iscrive a Classroom. “Qui da voi ci sono un sacco di cose in ballo, mentre nella scuola X ci si limita a mettere i compiti sul registro elettronico”. Forse siamo un po’ speciali!
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