Incontro del Dirigente con i ragazzi di I Secondaria

Buon giorno. Vi dico buon giorno pensando realmente che vi sto augurando un buon primo giorno di scuola in una nuova scuola. I giorni degli inizi sono preziosi, ci muovono il cuore e la mente. Ci fanno chiedere: “dove stiamo andando?”
A volte un inizio – anche io sto cominciando in questi giorni a fare il preside – può farci temere di star facendo un salto nel vuoto, o meglio sopra il vuoto. Le gambe ci tremano, dobbiamo convincerci a saltare dall’altra parte.

Quando mi è stato chiesto di parlare a voi, che state cominciando la prima media, mi sono venute in mente tre immagini che vi offro come augurio.
1. La scuola è come un’astronave lanciata a esplorare gli spazi interstellari. Ogni volta che comincia un’ora di scuola, pensate che state andando a esplorare la realtà. Quando studiate gli inizi dell’umanità, pensate che è la vostra storia. Se un leone nella savana avesse sbranato i nostri progenitori noi non saremmo qui a parlarci. La biologia, ci dice che io, proprio io, sono una torre di 100.000 miliardi di cellule. La cellula non è sul libro a pagina 136, la cellula è nel mio corpo. Quando studiamo inglese immaginiamo che è la lingua con cui in questo momento milioni di persone in tutto il mondo si stanno intendendo, per lavorare assieme o per formulare una dichiarazione d’amore.

2. La scuola è una sfida da vincere insieme. Nell’immagine c’è una mischia di rugby, uno sport che insegna molto della vita. Se uno dei componenti della mischia si lasciasse andare, crollerebbe l’intera mischia, col grave rischio di subire una meta. In questi tre anni che vi aspettano giocate di squadra, vincete assieme la sfida del crescere e dell’imparare. Si tratta di scelte molto concrete. Se vi viene voglia di parlare male di qualcuno, mordetevi la lingua e non fatelo. Se vi viene voglia di prendere qualcuno in giro per un difetto fisico o per una particolarità, non fatelo.E’ più bello quando assieme si impara, assieme ci si diverte. E’ più bello se si creano relazioni positive e si lotta assieme per un obiettivo comune. Tra molti anni la persona che tutti ricorderanno sarà quella che aiutava gli altri, quella con cui tutti si sentivano bene.
3. E ora vi mostro un passaggio di alpinismo. Fidatevi di chi conduce la cordata: dategli la mano e lasciatevi aiutare a salire. Gli insegnanti sono qui per voi. Quando vi incoraggiano capite facilmente che sono qui per voi. Ma anche quando vi rimproverano, sono qui per voi e con voi. Quando vi danno da lavorare, sono qui per voi, perché voi impariate. Noi insegnanti siamo gente che fa questo lavoro perché ama vedere i ragazzi crescere, aiutare i ragazzi a crescere: siamo come giardinieri contenti quando vedono sbocciare una rosa.

Infine, vi assegno un piccolo
compito, perché è bello crearsi un ricordo. Quando tornate a casa, scrivete le emozioni di questo giorno: descrivete come vi sentite dentro, come vi sembrano le persone incontrate, i compagni e i professori. Poi l’ultimo giorno di scuola tornate a rileggere quello che avete scritto oggi, e provate a mettere ancora sulla carta i vostri sentimenti. Vi servirà a misurare il cammino percorso.

“Tutto quello che comincia ha una virtù che non si ritrova mai più […] Il primo giorno è il più bel giorno.” (Charles Peguy)