Lavori da donna e lavori da uomo? Non esistono!

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Personale scolastico

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Nelle mattine di giovedì 8 e mercoledì 14 febbraio gli alunni delle classi terze della Scuola
Secondaria hanno incontrato due role model dell’associazione ValoreD per il progetto Inspiring
girls, inserito all’interno del ventaglio di proposte del più ampio percorso triennale relativo
all’orientamento scolastico e professionale.
L’iniziativa, cui il plesso ha aderito per il quinto anno consecutivo, si basa sulla testimonianza
offerta da volontarie che occupano vari ruoli professionali di responsabilità e che raccontano agli
studenti la personale esperienza formativa, professionale e privata-familiare, incuriosendoli e
aiutandoli a divenire un po’ più consapevoli delle sfide e delle richieste che l’attuale mondo del
lavoro pone di contro ai loro sogni e alle loro ambizioni.
L’intera proposta vuole nello specifico promuovere la parità di genere e l’inclusività a livello
professionale, veicolando il messaggio che non esistono lavori “da uomo” e lavori “da donna”,
ma impieghi interessanti e gratificanti per chi ci vuole e ci sa investire passione e competenze,
dopo essersi liberato da stereotipi e condizionamenti.
Quest’anno le role model incontrate dai ragazzi sono state
. l’Ing. Luciana Bossalino, project manager in Pirelli
. l’Ing. Lucia Colombo, senior manager in PWC
e ciascuna, col proprio carisma e la propria unicità, ha spiegato percorsi scolastici, strade e
deviazioni, sogni e adattamenti, aneddoti e interessi personali che l’hanno condotta all’incarico
svolto al momento e all’attuale situazione familiare, chiarendo come la passione sia il vero motore
delle scelte nella vita (“Fortunato è chi può fare della propria passione una professione, come gli
artisti”, ha affermato l’una delle due) e come la flessibilità consapevole – insieme ad una buona
dose di capacità organizzativa – sia la carta vincente nelle più svariate situazioni della vita, in
aggiunta alle competenze conoscitive e operative che un percorso formativo può offrire.
Entrambe hanno chiarito che non sempre “volere è potere” nella vita quotidiana, a volte le criticità
sono rilevanti e occorre una buona dose di positività per affrontarle, per decidersi a “prendere una
scala per superare i problemi”, andando al di là della “siepe leopardiana” e così godersi il
panorama della meta raggiunta.
Le role model si sono in particolare soffermate sulla riflessione – di grande interesse per gli alunni –
secondo cui un corrispettivo economico alto per il lavoro svolto non per forza renda felici, anzi a
volte sono ben altri gli elementi che portano a preferire un incarico, criteri meno materiali del
denaro ma più profondi in quanto a soddisfazione personale: “Non pesate troppo il beneficio
economico nelle scelte da compiere, seguite piuttosto i vostri sogni!” è stato suggerito.

Come non sottolineare poi i richiami alle soft skills che entrambe le role model hanno espresso come fondamentali competenze trasversali da sviluppare nel tempo, in particolare la capacità di pianificare, di risolvere problemi anticipandoli, di essere affidabile nel portare a casa il risultato atteso, di lavorare in team, di dimostrare spirito d’iniziativa. Anche il suggerimento di insistere con resilienza, senza lasciarsi scoraggiare ha rappresentato un valore nel discorso delle due
volontarie, che hanno saputo esemplificare come anche l’emergenza sanitaria degli ultimi anni abbia incrementato l’abilità nel trasformare un problema in un’opportunità e quindi in un’occasione di maturazione e sviluppo.
Ma … ecco dalla viva voce di qualche ragazzo, le considerazioni che sono state colte:

. Ho trovato l’incontro molto utile e istruttivo perché mi ha portato a riflettere sul mio progetto di
vita e su cosa vorrò fare da grande. Ascoltare la sua storia mi è servito soprattutto per capire che
nella vita si può sempre cambiare e questo mi ha aiutato a inseguire i miei sogni e a non
abbandonarli mai, anche nei momenti di difficoltà, anzi superandoli e continuando nel mio intento
con maggiore dedizione e grinta. Mi ha stupito il fatto che, nonostante lei svolgesse e svolga
tuttora un lavoro molto impegnativo e che richiede tanto tempo, sia riuscita comunque a
mantenere e coltivare i suoi hobby e le sue passioni e per questa la stimo molto. [Simone]
. Grazie a quest’incontro ho capito che purtroppo nel mondo del lavoro esistono ancora molte
differenze di trattamento tra uomini e donne. [Giulia]
. Mi ha aiutato a riflettere quando ha descritto il momento in cui ha avuto il coraggio di rifiutare
un’offerta di lavoro che prevedeva il raddoppio di stipendio, solo perché voleva mantenere un
equilibrio sia a livello familiare che professionale. [Gaia]
. Sono sicura che nel mio percorso ci saranno imprevisti e ostacoli ma, come ha detto l’Ing.
Bossalini, bisogna sempre essere aperti a nuove sfide. [Anna]
. “Ingegnere o ingegnera? Questo è il dilemma…” Probabilmente Shakespeare nella sua epoca già
sentiva la diversità di genere. Questo è stato il focus dell’incontro che si è svolto con l’ingegnere.
[…] Scopo del suo intervento è stato sensibilizzare i ragazzi sul mondo del lavoro e in particolar
modo “ispirare” l’universo femminile a raggiungere incarichi che solitamente vengono svolti da
uomini, non per capacità ma per pregiudizi. Dopo aver ascoltato le sue parole, ho capito che
spesso l’orientamento nelle scelte del lavoro e delle proprie aspirazioni è dettato da decisioni
compiute da altri: siamo abitudinari, pensiamo che determinati incarichi siano prettamente
maschili o femminili. Ma questo condizionamento è sbagliato! Ognuno dovrebbe prendere le sue
decisioni lavorative non perché “è sempre stato così”, ma in base a ciò che piace o verso cui ci si
sente portati, secondo le proprie capacità e preferenze. Il messaggio che l’ingegnere ha voluto
portare a noi ragazzi è stato un annuncio di fiducia e di speranza: citando “L’infinito” di Leopardi e
facendolo suo, ha affermato che “oltre la siepe c’è spesso qualcosa di meglio” e così ci ha
spronato a non arrenderci di fronte alle difficoltà, perché le sfide sono superabili e spesso gli
ostacoli nascondono un finale migliore di quello che avremmo potuto sperare. [Tommaso]

. L’aspetto del suo racconto che mi ha interessato di più è stato quello privato, più precisamente
l’incoraggiamento a seguire le proprie aspirazioni di realizzazione personale, senza lasciarsi
condizionare. Secondo me questo è fondamentale non solo a livello di studio o lavoro, ma anche
nella vita privata, perché ognuno deve poter “sognare in grande” tenendo conto delle sue capacità
e dell’aiuto che può ricevere da parte delle persone che lo conoscono, ma senza farsi influenzare
troppo. [Mattia]

Noi docenti, sicuri che l’incontro abbia offerto un contributo significativo verso l’acquisizione di
una maggiore consapevolezza nelle scelte, richiesta così difficile a 13 /14 anni, siamo convinti che
la proposta di voci diverse e messaggi articolati – anche quando impegnativi – possa sostenere gli
studenti nel loro “tuffo” graduale nell’oceano della realtà che li circonda, rendendoli
progressivamente più sicuri delle loro risorse e più coscienti anche degli eventuali limiti su cui
occorra ancora lavorare per addolcirli (non per farsene spaventare): ognuno deciderà in
autonomia lo “stile natatorio” che meglio risponde alle sue caratteristiche.

Anna Colzani