I desideri sono come l'acqua di un fiume
I desideri sono come l’acqua di un fiume.
Se li blocchi da una parte, loro ostinatamente si cercano un’altra strada.
Da nove mesi questa pandemia ci sta ponendo ogni tipo di difficoltà: scuole chiuse e scuole aperte a metà. Spazi totalmente da ripensare. Classi da spostare. Nuove entrate e uscite Percorsi di accesso da disegnare. Procedure di sicurezza da scrivere e da riscrivere nel mutare dei DPCM. Acquisti di dispositivi di protezione e di device. Cessione di pc o tablet, in comodato d’uso.
Singoli studenti in quarantena e classi in presenza. Ma anche insegnanti e classi tutti a distanza. Maestre a casa e classi in presenza. Professori con classi un po’ in presenza e un po’ a distanza.
Gestione dei casi di positività con ATS e poi, al posto di ATS, misurazioni di temperatura e aule Covid.
Corsi di formazione da seguire e altri da organizzare. Progettazioni didattiche da reinventare, programmare, da applicare con strategie aggiuntive insieme agli studenti. Problemi di privacy e altri di connessione. Netiquette da far rispettare. Didattica da adattare alle nuove condizioni tecnologiche. Sofferenze e qualche incomprensione da accogliere, chiarire e rielaborare. Positività difficili da scorgere, ma da ricercare per dare conforto e speranza rigeneratrice di entusiasmo.
Finanziamenti a cui concorrere, bandi di gara da preparare, procedure di acquisto da completare.
Lavoratori fragili persone chiamate ad avere super poteri che lavorano come “matti”!
Medici competenti e Responsabili della sicurezza cui chiedere indicazioni.
Mascherine chirurgiche, se serve mascherine FFP2. Visiere e grembiuli. Guanti, disinfettante. Macchine ad ozono da avviare ogni sera. Ricambio d’aria e braccio teso per tenere la distanza quando sfilano le classi. Ad ognuno il suo e per tutti il necessario, per tempo.
E tuttavia non ci siamo fermati, neanche per un giorno.
Desideriamo educare.
Abbiamo imparato cose nuove, che resteranno anche dopo il Covid.
Tutti gli ostacoli sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione.
Vogliamo insegnare, in presenza o a distanza, come si può.
Un sorriso è un sorriso, un’espressione di matematica è un’espressione, anche se c’è di mezzo uno schermo.
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