Chi siamo e dove vogliamo andare?
Dopo due mesi di lavoro arriva il tempo in cui un Dirigente può tracciare una mappa e chiarire le sue “intenzioni”. Che poi non sono solo sue, ma il frutto della storia dell’Istituto e della compagnia intelligente di chi ci lavora.
L’esito di questo lavoro è l’Atto di indirizzo. Qui si parla dell’identità della scuola, di come si radichi nel passato e si protenda verso il futuro.
Vi si dice che il Dirigente scolastico non è un “uomo solo al comando” ma il direttore d’orchestra di professionisti appassionati. Che il suo compito è costruire ponti tra la scuola e i genitori, tra la scuola e la politica, tra la scuola e le altre scuole del territorio, tra la scuola e l’opinione pubblica. Che la scuola deve imparare a comunicare efficacemente le sue bellezze con i mezzi che ci offre la società dell’informazione.
E poi vi si raccontano le direzioni strategiche che la scuola vuole percorrere.
La personalizzazione degli apprendimenti, ossia “cucire” la proposta educativa sulle esigenze di ogni singolo ragazzo.
L’internazionalizzazione, che vuol dire attenzione all’apprendimento delle lingue straniere ma anche apertura di spazi per l’incontro tra persone di cultura diversa.
La relazione tra corpo e mente, che vuol dire essere consapevoli che gli studenti non sono solo menti che apprendono ma persone intere, che imparano anche con la loro fisicità.
La digitalizzazione come impegno a utilizzare gli strumenti informatici per comunicare più efficacemente e per essere più ecologici. Ma anche per favorire la collaborazione tra i docenti e per per rendere l’apprendimento più vicino alle propensioni e alle competenze dei ragazzi con cui lavoriamo ogni giorno.
Non si tratta di buone intenzioni che andranno forse a lastricare l’inferno. Si tratta di un impegno che ci prendiamo e di azioni che stiamo compiendo … come quelle di cui si parla qui di seguito.
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